Dopo il 25° Congresso
Nazionale SItI tenuto a Cagliari nel 1969, la prima Conferenza
di Sanità Pubblica ad Alghero nel 1987, il 36° Congresso
Nazionale a Sassari-Alghero nel 1994, la Sardegna si prepara
ad accogliere il 45° Congresso Nazionale. I giorni del 3-6
ottobre prossimo offriranno l’opportunità di sperimentare 3
giorni di auspicabile fattiva vita comunitaria all’interno del
Forte Village (Santa Margherita di Pula, Cagliari) che farà da
cornice, con un piacevole e confortevole ambiente, agli
intensi impegni scientifici.
Il tema del 45° Congresso
“La Prevenzione e la Sanità Pubblica al servizio del Paese:
l’Igienista verso le nuove esigenze di salute” riprende il
filo conduttore della scorsa XII Conferenza tenuta a Roma che
si è sviluppata intorno a 3 parole chiave: globalizzazione,
nuove esigenze di salute e sostenibilità economica. La
situazione economica e sociale di questi tempi ci impone di
continuare ad impegnarci nella ricerca di una ristrutturazione
della rete dell’offerta sanitaria. Il risultato dei successi
raggiunti dalla prevenzione e dalla medicina terapeutica si è
manifestato nello straordinario allungamento della vita degli
italiani: la gestione dei nostri successi e la valorizzazione
dell’anziano richiede tuttavia un ripensamento della rete
assistenziale con l’indispensabile integrazione dell’area
sociale e del necessario supporto economico. Tali nuove
esigenze di salute impongono di rimettere in gioco la
distribuzione delle risorse e di trovare nuovi equilibri tra
l’area distrettuale, ospedaliera e quella della prevenzione
collettiva che portino ad un equilibrio strutturale della
spesa sanitaria in assenza del quale l’obiettivo del
soddisfacimento dei bisogni di salute dovrà cedere il passo
alle logiche di contrazione della spesa e non consentirà di
mettere finalmente al centro del sistema il cittadino, ancor
prima di essere Paziente.
Le patologie cronico
degenerative sono le principale cause di malattia nell’età
avanzata ed il loro trattamento può e dovrà avvenire, in
maniera più congrua al loro grado di complessità clinica,
sempre più spesso nell’ambito territoriale. Nel contempo
sempre nell’ambito territoriale dovrà svilupparsi con
crescente efficacia il sistema di prevenzione primaria delle
malattie cronico degenerative ed in particolare di quelle
cardio vascolari, principale causa di morbosità e di morte nel
nostro Paese; abbiamo ormai strumenti scientifici consolidati
come gli studi sulla cancerogenesi e più recenti, quali la
medicina predittiva e la genomica, che ci consentono di
intervenire sempre più precocemente nella lotta alle malattie
cronico degenerative. Ma si può fare ancora di più, si può
evitare l’esposizione ai fattori di rischio con la promozione
degli stili di vita salubri, con l’organizzazione di
interventi appropriati nella popolazione. Un approccio più
globale è rappresentato dalla promozione della salute che,
come affermato dalla Carta di Ottawa, è il processo mediante
il quale cittadini e comunità sviluppano la capacità di
accrescere il controllo sui fattori che influenzano la propria
salute. Tale approccio, che implica la più larga
collaborazione tra le diverse professioni sanitarie e sociali
e tra i diversi settori della società per costruire politiche
di salute che agiscano sulle cause delle cause, richiede
professionisti con nuove competenze di advocacy, progettazione
integrata, comunicazione, ricerca partecipativa.
Da
qui la necessità del potenziamento delle strutture
territoriali in tutte le loro possibili articolazioni con
conseguente riequilibrio dell’offerta ospedaliera.
Questo cruciale passaggio rappresenta la scommessa
sulla quale deve necessariamente puntare la Sanità e la Salute
Pubblica del nostro Paese per poter sopravvivere alle insidie
della crisi economica e saper rispondere adeguatamente alle
esigenze di una popolazione radicalmente mutata nella sua
composizione. Protagonisti consapevoli e coraggiosi di questa
sfida nazionale devono essere i giovani professionisti della
Sanità, in un gioco di squadra che coinvolge le figure
accademiche accanto alle figure territoriali di tutta l’area
sanitaria e sociale. Il nostro Paese può fortunatamente
contare su quel collante naturale del nostro popolo che è la
solidarietà e che rappresenta uno dei pilastri del nostro
sistema sanitario e che talvolta sostituisce con strabiliante
efficacia il fallimento dei sistemi istituzionali.
In
questo scenario dovrà svilupparsi la trasformazione del nostro
sistema che dovrà essere il risultato finale di profonde
riflessioni sulle reali esigenze di salute del nostro Paese,
di costruttivi confronti tra realtà diverse del nostro
territorio nazionale, di adozione di modelli già collaudati in
regioni che hanno iniziato da tempo il percorso della
trasformazione organizzativa.
Questa è la cornice in
cui si svolgeranno i 3 giorni del nostro congresso nazionale,
dove lo scambio di esperienze, il dibattito aperto a tutti gli
addetti ai lavori, il confronto tra realtà ed esperienze
differenti, l’analisi di proposte innovative senza limiti
pre-concettuali apporteranno un prezioso contributo al
difficile processo di trasformazione della rete assistenziale
del nostro Paese.